domenica 23 settembre 2012

Niente di speciale...solo normale!

Ci sono piccole ossessioni che un “vecchio” giovane come me (ho 28 anni) ha da qualche anno a questa parte. Quello che, nelle discussioni fatte in riunioni o più semplicemente davanti una rossa doppio malto, diventa una questione di carattere totalizzante. Oltre la perdita di identità, oltre ogni pippone sul significato dell'essere comunisti nel 2012. Dubbi importanti, per carità. Ma un grosso cruccio, per noi affezionati del partito (sono tesserato al Pdci e alla Fgci dal 2003) si pongono: come mai non riusciamo ad essere più “attraenti” per le giovani masse?Un problema non di facile comprensione, che in anni di analisi ci ha fatto riscoprire problemi annosi, come la virulenta assenza di spirito comunicativo, come la pericolosa volontà di chiuderci in noi stessi e di non interagire col mondo esterno, come quell'atteggiamento, spocchioso e superiore, di chi ha la verità in tasca. Parafrasando una frase del poeta Majakovskij, ripresa anche dal Peppino Impastato interpretato da Luigi Lo Cascio, ci siamo chiusi nelle nostre stanze, e abbiamo iniziato da qualche anno a questa parte a parlarci addosso.

Nel chiuso delle federazioni, parecchi di noi hanno fatto delle scoperte sconcertanti, che un carissimo compagno pavese ha ribattezzato “questione normale”. Qualcuno di voi probabilmente avrà avuto modo di conoscere o sentir parlare della questione morale, problema quanto mai attuale e che, fra gli anni Settanta e gli anni Ottanta, Enrico Berlinguer ha sollevato.
Negli anni del grande e mai dimenticato segretario del Pci, il problema della moralità lambiva, purtroppo, anche il suo partito, prevedendo cosa sarebbe accaduto da lì ad un decennio dopo con lo scandalo di Tangentopoli. Nell'attuale stato della Federazione della Sinistra sembra che questo problema sia, fortunatamente, risolto. Rimane però la questione al centro del nostro articolo, che può tranquillamente rifarsi ad una mera questione di normalità. Cosa intendo? Tutti sappiamo quanto la credibilità e la fiducia siano al centro della scelta che una persona fa nell'abbracciare determinati ideali o partiti. Per carità, nessuno afferma che sia solo questo il nostro ostacolo. Però da questa radice, si diramano altri problemi legati alla scarsa comunicatività, alla scarsa aderenza alla realtà e al distacco dalle problematiche attuali.
Penso che, coi tempi che corrono, l'immagine sia, inevitabilmente, diventata importante per un partito che ambisce a dare una sua visione alla società. L'immagine è proprio, ritornando a qualche rigo fa, fondamentale per la fiducia e la credibilità. Chiaramente lontano da noi deve essere il vestirsi tutti uguali, il parlare tutti all'unisono. Non siamo mica in un partito di Berlusconi o in un partito qualsiasi. E' doveroso crearcene una nostra, seria ma allo stesso tempo meno “vecchia”. Dobbiamo, a mio parere, imparare a selezionare una classe dirigente che ci permetta di interpretare e rielaborare i messaggi che la società ci invia. Un gruppo di giovani leve che non si soffermi sui problemi lontani da noi e che, date le attuali condizioni, ci sfiorano, ma che si concentri sulla situazione locale e nazionale, e su quella si impegni per cercare soluzioni. Un gruppo di teste pensanti, che non sappia a memoria le tesi marxiste o le letture leniniste, ma che viva nella società, nelle fabbriche, nelle università e nelle scuole, mediando la propria formazione con la realtà, accorgendosi dell’urgenza di una nuova coscienza di classe che, ormai, è sparita nel mondo attuale composto da individui atomizzati. C’è bisogno di persone che non vivano le proprie esistenze in funzione della politica, che non frequentino, ad esempio, solo i posti giusti, dove vanno solo i compagni, che la smettano quindi di essere elitarie e con la puzza sotto il naso. Frequentare gli altri, i “diversi” da noi, non può far altro che aiutarci, togliendoci dalla fantasiosa torre d'avorio sulla quale, da qualche anno a questa parte, abbiamo deciso di relegarci. Dobbiamo e possiamo parlare di “stronzate”, scannarci per qualche partita di calcio. Essere un po' più simili agli altri, quindi, senza fare gli snob.
Ricapitolando: l'importanza del messaggio non è da poco nel 2012. Cosa e come lo si dice, quindi; abbiamo bisogno di cambiamento e di nuova linfa, di nuovi messaggi. Come avete letto, nulla di speciale; soltanto gente che può e deve togliersi dal piedistallo e scendere nuovamente in mezzo agli altri. Persone con la voglia di staccare il sedere dalla sedia messa davanti al computer, conoscere e confrontarsi con il mondo vero, mettendo da parte pregiudizi e stereotipi. E tutto, così, si riduce ad una questione normale.


Andrea Cazzato

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