domenica 23 settembre 2012

Markaris indaga - gli spettri della Grecia contemporanea



È possibile che un libro giallo possa riconsegnare al lettore l’immagine di uno Stato? O che riesca a dar conto dei  problemi sociali, delle ansie e difficoltà del vivere giornaliero? O, ancora, che nella figura dell’assassino stesso si nasconda la denuncia al capitalismo e, soprattutto, al gioco sporco che l’Unione Europea e la BCE stanno attuando principalmente nei confronti di Grecia e Italia?
Beh, se lo scrittore è Petros Markaris e l’investigatore un certo Kostas Charitos, allora sì.
Il romanzo “L’esattore”, edito da Bompiani, è lo specchio di oggi, di noi, del mondo, della Germania e della disperazione che cresce ogni giorno di più tra la popolazione greca.
Il romanzo si apre con un suicidio collettivo compiuto nel medesimo appartamento. Ma non pensiate che coloro che hanno deciso di porre fine ai propri giorni siano delinquenti che, dopo aver ucciso la moglie o un famigliare,  si pentono . I suicidi di Markaris sono donne. Donne che non riescono più a vivere con la pensione, non possono neanche permettersi di pagare i medicinali che lo Stato non può più passare ai contribuenti per il debito con l’azienda farmaceutica Novartis.
Queste donne sono vittime di uno Stato incapace di dire no alle richieste della Germania.
Queste donne, che rappresentano la sconfitta di una società, non ricordano la situazione di un altro Stato europeo?
L’Italia ad esempio.
Le cronache riferiscono sempre più spesso della vita di persone che non riescono più ad arrivare alla fine del mese e, prese dalla disperazione, compiono atti considerati folli, dettati dall’impossibilità di far fronte all’incognita del domani.
Ma andiamo avanti con il libro.
Qual è il caso del commissario Charitos questa volta? Chi viene ucciso? E chi rivendica gli assassinii? Una lettera trovata in Internet il giorno dopo il primo omicidio svela una sconvolgente realtà che il governo non riesce a tenere nascosta a lungo.
“L’esattore”, così si fa chiamare l’assassino, ha deciso di fare giustizia, dato che lo Stato non riesce – o non vuole – farlo da solo; il fantomatico Esattore è riuscito ad entrare nella banca dati del Ministero dell’Economia e ad avere accesso alla dichiarazione dei redditi di molte persone, tra cui medici, professori universitari, consulenti ecc …, che attestano di avere redditi inspiegabilmente bassi per la loro professione.
Come mai?   Ovvio: evadono. Evadono le tasse alla grande – peraltro, con il benestare delle flessibili leggi nazionali dettate dagli interessi dei potenti (non viene alla mente anche il casalingo Berlusconi?).
E i soldi che potrebbero salvare la Grecia dalla distruzione totale emigrano alle Isole Cayman e in simili paradisi fiscali.  E la Grecia intanto collassa.
In breve: l’Esattore, in poche settimane, riesce a restituire allo Stato 8 milioni di euro di tasse evase e diventare così un eroe nazionale, non un assassino seriale come dovrebbe normalmente essere considerato.
La fine? Naturalmente, non si può dire, altrimenti, che gusto ci sarebbe a leggere un romanzo che rende viva in modo magistrale la società contemporanea?
I giovani che dopo aver ricevuto una formazione universitaria emigrano perché non trovano lavoro e sentono di non avere un futuro in un Paese che dice di volerli tutelare sono gli altri protagonisti del romanzo di Markaris.
La frase più bella – scoraggiante ma allo stesso tempo piena di speranza – è pronunciata da Caterina, la figlia del commissario, che dopo aver pensato seriamente di emigrare per avere più possibilità di trovare lavoro, ci ripensa e dice “Non partirò. Resterò a combattere”.
È giunto il momento per tutti.
Restiamo.
Ma combattiamo.

Eleonora Figini

Nessun commento:

Posta un commento