domenica 11 marzo 2012

C.D.O :COME CONQUISTARE IL POTERE ED ESSERE FELICI (NEL NOME DI CRISTO)

Ciellino: "Oh, che santo che sono! Vado sempre in Chiesa, leggo tutti i libri del Papa e ogni anno vado pure al meeting"
Tizio: "Ah, sei un cultore di Gesù"
Ciellino: "Cultore di chi??"


Per essere un associazione nata senza alcun fine terreno,interessata unicamente ad una sana opera di miglioramento spirituale e mistico dei propri adepti,oltre che a numerose attività benefiche,C.L. è riuscita a dar vita proprio a un bel “portafoglio”,che di ultraterreno ha ben poco.
Ad impressionare è soprattutto la sovrastruttura che C.L. ha saputo creare: scuole, gruppi di liturgia e preghiera, “infiltrazioni” nel modo culturale anche laico, pubblicazioni, strutture ricreative e di aiuto, agguerriti gruppi universitari che travestono le loro campagne di adesione con sconti sui libri di testo. Insomma un vero e proprio impero, che dal 1980 si è addirittura ritagliato un proprio spazio di auto-esaltazione, il famigerato Meeting di Rimini.
Una macchina da guerra simile non poteva non avere un braccio armato ancora più temibile, capace di assicurare al Sistema ingenti liquidi oltre che ad una notevole influenza .Il riferimento fattuale è ovviamente la Compagnia delle Opere .
L’intuizione viene ancora una volta dal fondatore don Giussani, che nel 1986 spinse alcuni suoi sostenitori nel ramo economico ed industriale a dare vita ad una compagnia di supporto e diffusione alle attività della Casa Madre. Il nuovo “acronimo” in breve tempo si trasformò da oscura lobby a potente holding, capace di riunire più di 30.000 imprese, di convertire alla causa numerosi nomi importanti della finanza del Bel Paese, di conquistarsi soprattutto in Lombardia, la regione culla del movimento, un potere invidiabile, con ramificazioni molto estese. Niente di strano, dato che lo stesso Governatore è un entusiasta affiliato di C.L. I punti di forza della Compagnia nel nostro territorio si trovano nella Sanità, l’industria che negli ultimi quindici anni ha raggiunto un bilancio di oltre 20 miliardi di euro .Un moloch trasformato in una gallina dalle uova d’oro, dove gli eredi di don Giussani si sono infiltrati negli anfratti delle recenti riforme per pompare risorse e conquistare favori, spesso con atteggiamenti a dir poco spericolati (le intromissioni nel crac del San Raffaele sono evidenti).
Un potere con cui è impossibile non fare conti, esteso su tutto il territorio lombardo, non risparmiando neanche la nostra bella Como. I dati sono evidenti e le personalità fedeli sono tante, a cominciare dall’attuale Sindaco del comune capoluogo. Dalla sua nascita comasca nel 1997, la Compagnia si è diffusa in più di 1900 imprese con 33.000 addetti sul territorio, compreso quello valtellinese, rappresentando quindi quel nuovo establishment ormai divenuto politico, capace di estromettere dai piani alti i vecchi soloni della politica lariana. L’esempio più clamoroso di questa evoluzione si ritrova nelle elezioni del 2007, quando si verificò al’interno del principale partito di maggioranza (l’allora Forza Italia, ovviamente) una spaccatura proprio su tale asse,con i “ciellini”(definiti pomposamente liberali) da una parte,e la vecchia CONFINDUSTRIA dall’altra, riunita in occasione della tornata elettorale in una lista civica detta Area 2010.
La successiva sconfitta di questo raggruppamento ha significato quindi il trionfo della nuova linea, con una notevole continuità con quanto è avvenuto e avviene in tutto il Nordovest. Una situazione che contrasta fortemente con i propositi dell’associazione, come mostra la lettura del primo articolo del proprio statuto costitutivo:
Promuovere e tutelare la presenza dignitosa della persona nel contesto sociale e il lavoro di tutti ,(…)di comprendere e rispettare la persona in ogni sua dimensione,aspetto e momento della vita “.
La  persona quindi dovrebbe essere il centro dell’attività, la condivisione di valori cattolici e cristiani il motore morale,la tutela delle imprese il fine ultimo. Propositi lodevoli,ma come afferma il proverbio,tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare,in questo caso un mare di soldi.

Luca Frosini

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